giovedì 19 novembre 2009

L'intoppo senza toppa

Un bagno di gente, calca di abiti un tempo profumati o meno, sudati, vissuti, emozionati, che vivono su corpi agitati altrettanto eccitati dalla musica che è forte quasi da non poter essere sopportata, quasi da poterla definire rumore, quasi che si materializzasse e fosse lei l’abito che contiene tutti i vestiti presenti…lo spazio è ora troppo piccolo per separare noi abiti da tutto il resto, ma all’improvviso un corto circuito, un alito di fumo, odore di bruciato…e sensazione di calore… un piccolo incauto incidente che mi ha segnata per sempre…è un buco invisibile, perfettamente tondo che separa e interrompe la regolarità del tessuto, impossibile da mascherare, riparare, coprire con una toppa, proprio su una spalla, il punto dove sono stata spinta più volte per pogare, per mischiarmi alla folla zuppa di indumenti e passione, il punto meno protetto in mezzo alla folla…ahimè…questo intoppo proprio non ci voleva.

(La maglia bruciata dalla passione)


martedì 17 novembre 2009

L'insonnia


Br…..il vento soffia facendo scivolare qualche nota musicale lungo i balconi, giù per le canne fumarie dei camini vuoti…era da un po’ di tempo che non mi sentivo così, c’è musica anche in questo posto senza luce, non ho sonno…sento il respiro di quel corpo che mi ha tenuto addosso tutto il giorno, ho il colletto e i polsi intrisi di un profumo misto di pelle e primavera…chissà perché gli uomini decidono di coprire il loro profumo, come se il proprio non bastasse…


Domani sarà un’altra lunga giornata di riposo...Il vento fa sbattere un cancello che ruotando cigola…sento il fruscio del bucato appena steso sul terrazzo del palazzo dei vicini, riesco persino ad immaginare il loro volteggiare nell’aria, vorrei essere li, anch’io su quel filo teso, come un funambolo, a perdere le ultime gocce d’acqua, a fondere l’umidità del lavaggio a quello della notte. La luce del mattino seccherà questa pioggia di lacrime, come un sorriso asciuga il pianto. Pianto, non il primo, non l’ultimo. Pianti di gioia, pianti di tristezza, per il destino che ci farà tornare sospesi o ripiegati nei cassetti, legati ad una gruccia e poi ad un’altra nell’attesa del grande giorno dell’indosso, nell’attesa esibizionista di essere scelti e guardati, toccati, nell’attesa di essere vivi.


Essere e basta, delle cose, degli oggetti senza vita propria, vivere per accompagnare…e poi macchiarsi di vita, di sensazioni, ricordi, essere carta copiativa, carta carbone, collegamento e proiezione di esistenza…



(L’ennesima camicia).

giovedì 12 novembre 2009

l'arma dio




Dressbook- Dr-essere o non essere

Dressbook :Antologia di un guardaroba.

Il guardaroba è un intimo confine tra l'io e il mondo, un ponte dimensionale, una finestra sul buio di abiti che attendono corpi. Un universo di oggetti, feticci, amuleti, accessori di cui ogni giorno ci circondiamo, di cui è coperta la superficie delle nostre vite. E' un magazzino di esperienze, di ricordi cuciti.

E’ trama elastica che riveste il nostro vissuto, che va oltre i corpi, li consegna ad una seconda vita, senza corpo, fatta di “presenza” alternativa.di stoffe macchiate indelebilmente dalla vita, dai sogni, dalle nostre esistenze.

Dr-essere o non essere.

La memoria raccontata dalle foto, dalla scrittura, dai video, dall’immagine del nostro guardaroba aperto, dalle cose che ci appartengono è un Link contorto, è presenza senza soggetto, senza corpo, ma solo suggerimento, associazione, metafora continua, corrispondenza. Tutto questo costruire e riempire l’assenza del corpo ci è dato forse dalla possibilità di essere senza corpo che ci offre la tecnologia, di comunicare senza la presenza effettiva. Questa possibilità trasforma e ci coinvolge in una ricerca di riconoscimento, un’ansia di vita che si traduce in ricerca di linguaggi, deleghe, testimoni oculari, protesi, filtri, costruzione di mondi alternativi da abitare. Bisogno di riempire il tempo, occuparlo di presenze per non sentirsi invisibilmente risucchiati nello scorrere impietoso del tempo scandito dalle mode.

Racconti di vita cucita e sfilata










Racconti di vita cucita e sfilata

Una storia è lavoro di alta sartoria, una confezione di materiali, energie umane fantasia , ingegno ed esperienza (manualità).

Raccontare è come un lavoro certosino fatto di ridefinizioni continue, aggiusti, scarti (pences) per seguire le pieghe del pensiero, per non lasciarsi trascinare oltre la storia, per non sprecare la stoffa (l’attenzione del lettore in questo caso) e in qualche modo lo si può paragonare al lavoro sartoriale, che assembla in modo funzionale materiali visibili e invisibili.

Il racconto è una sfilata di immagini mentali…

Il piacere della lettura invece consiste nel farsi attraversare dall'emozione come spilli inseriti nella carta, farsi pungere dall'esperienza della fantasia.