(Il Top deluso )
lunedì 14 dicembre 2009
Vedute ristrette
Macchie di memoria
Ma fu solo per qualche ora…mi riportò a casa, mi immerse in una vaschetta d’acqua, mi dimenticò lì fino a sera. Piansi, ma nell’acqua le lacrime si confondono e nessuno ascoltò i miei singhiozzi…
(la Camicetta schizzinosa).
Sotto accusa di adulterio
(La camicia senz’alibi).
Odore di protesta
Potendo scegliere formeremmo un sindacato dei poveri indumenti e accessori bistratti e maltrattati...meglio la pensione, lo sgabuzzino o la soffitta, che questo sporco lavoro. Per una volta vorremmo pestarlo noi.
(Le scarpe da ginnastica nuove).
Nobiltà d’animo
giovedì 19 novembre 2009
L'intoppo senza toppa
Un bagno di gente, calca di abiti un tempo profumati o meno, sudati, vissuti, emozionati, che vivono su corpi agitati altrettanto eccitati dalla musica che è forte quasi da non poter essere sopportata, quasi da poterla definire rumore, quasi che si materializzasse e fosse lei l’abito che contiene tutti i vestiti presenti…lo spazio è ora troppo piccolo per separare noi abiti da tutto il resto, ma all’improvviso un corto circuito, un alito di fumo, odore di bruciato…e sensazione di calore… un piccolo incauto incidente che mi ha segnata per sempre…è un buco invisibile, perfettamente tondo che separa e interrompe la regolarità del tessuto, impossibile da mascherare, riparare, coprire con una toppa, proprio su una spalla, il punto dove sono stata spinta più volte per pogare, per mischiarmi alla folla zuppa di indumenti e passione, il punto meno protetto in mezzo alla folla…ahimè…questo intoppo proprio non ci voleva.
(La maglia bruciata dalla passione)
martedì 17 novembre 2009
L'insonnia
Br…..il vento soffia facendo scivolare qualche nota musicale lungo i balconi, giù per le canne fumarie dei camini vuoti…era da un po’ di tempo che non mi sentivo così, c’è musica anche in questo posto senza luce, non ho sonno…sento il respiro di quel corpo che mi ha tenuto addosso tutto il giorno, ho il colletto e i polsi intrisi di un profumo misto di pelle e primavera…chissà perché gli uomini decidono di coprire il loro profumo, come se il proprio non bastasse…
Domani sarà un’altra lunga giornata di riposo...Il vento fa sbattere un cancello che ruotando cigola…sento il fruscio del bucato appena steso sul terrazzo del palazzo dei vicini, riesco persino ad immaginare il loro volteggiare nell’aria, vorrei essere li, anch’io su quel filo teso, come un funambolo, a perdere le ultime gocce d’acqua, a fondere l’umidità del lavaggio a quello della notte. La luce del mattino seccherà questa pioggia di lacrime, come un sorriso asciuga il pianto. Pianto, non il primo, non l’ultimo. Pianti di gioia, pianti di tristezza, per il destino che ci farà tornare sospesi o ripiegati nei cassetti, legati ad una gruccia e poi ad un’altra nell’attesa del grande giorno dell’indosso, nell’attesa esibizionista di essere scelti e guardati, toccati, nell’attesa di essere vivi.
Essere e basta, delle cose, degli oggetti senza vita propria, vivere per accompagnare…e poi macchiarsi di vita, di sensazioni, ricordi, essere carta copiativa, carta carbone, collegamento e proiezione di esistenza…
(L’ennesima camicia).